associazione Vallier e Albe

 

 L' Associazione nasce nel 2019 per promuovere e guidare il recupero dei borghi di Vallier e Albe coinvolgendo popolazione locale, abitanti e appassionati. Conta al suo interno molte professionalità che - oltre a condividere la passione per la montagna - hanno competenze specifiche in geografia, scienze ambientali, agricoltura, architettura, artigianato e fotografia.

 

 Oggi.

 Al momento ci stiamo occupando di restituire lo stato dell'arte dei borghi. Lo stiamo facendo attraverso lo studio di documenti e testimonianze storiche, con il rilievo degli edifici e l'analisi del degrado delle strutture. Queste operazioni sono guidate da un gruppo di architetti con il prezioso contributo documentale offerto dal circolo fotografico del Cai di Mestre e altri appassionati. Alcuni proprietari tra i fondatori dell'Associazione da anni provvedono, pur nell'esiguità di mezzi e persone, a mantenere percorribili gli accessi, a garantire l'approvvigionamento idrico e a preservare alcune strutture dall'imminente crollo. Le difficoltà incontrate sono molte e di diversa natura; emblematico in questo senso il bilanciamento che ci si trova ad affrontare fra la necessità della manutenzione degli immobili e il divieto di invadere l'altrui proprietà, a fronte però di un palese e prolungato abbandono.

 

 Domani.

 Riteniamo che questi luoghi non debbano essere destinati all'abbandono o isolati a sporadici episodi di solitaria resistenza: la loro bellezza e il loro potenziale ne meritano una riscoperta. I borghi di Vallier e Albe, oltre a essere immersi in un affascinante contesto paesaggistico, sono una preziosa testimonianza delle “terre alte” e conservano la memoria di tecniche costruttive e modi di vita della civiltà contadino-pastorale dell'ambiente dolomitico trasformata per sempre dai cambiamenti economici e sociali degli ultimi cinquant'anni. Con la nostra Associazione intendiamo rileggere questo virtuoso esempio di simbiosi tra ambiente, società e lavoro in chiave contemporanea attraverso innovative idee di ri-utilizzo e permettere nuovamente che si insedi nei villaggi una “comunità collaborativa” che se ne prenda cura. Il metodo che proponiamo è quello dell’integrazione: si mantiene il contatto con l'ambiente naturale, riprogrammando i cicli produttivi (attività agricole e di presidio, utilizzo del legname, pastorizia, ecc.) e dei servizi (residenze temporanee, foresterie, laboratori di arti e mestieri, ecc.). Questo anche grazie al contributo che la tecnologia (es. accesso al digitale) offre in termini di offerta e di produttività, seguendo le linee guida dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

 

 Pensiero globale, azione locale.

 Crediamo che i territori montani non debbano vivere di solo turismo. La crisi in atto, oltre ad accentuare la disparità tra “territori ricchi” e “territori poveri”, mostra la fragilità dei sistemi economici monorientati. È necessario andare verso un’integrazione di mestieri e servizi tra territori di montagna e aree urbane ragionando in termini di attrattività del territorio e scommettendo su nuove offerte che possono incontrare nuovi tipi di domande. Esistono già delle economie alternative, sostenibili che sono in cerca di territori dove localizzarsi. Proporre uno scenario in cui nuovi abitanti si stabiliscono in maniera permanente nelle cosiddette “aree interne” significa attenuare le difficoltà d’insediamento (accessibilità, servizi, gestione e sicurezza del territorio). Non si tratta di realizzare infrastrutture invasive (strade, tralicci, …) che deturpano l'equilibrio dell'ambiente, ma di sviluppare un progetto più lento, discreto e lungimirante - raccogliendo finanziamenti da fondi comunitari per la coesione territoriale (e da donazioni private) - capace di valorizzare e mettere a sistema le potenzialità proprie dei territori di montagna.

 

 Strumenti.

 Il tema del recupero dei borghi abbandonati è molto sentito nel dibattito pubblico e sempre più istituzioni ed enti privati se ne interessano sia a livello locale che nazionale. L'Associazione si è già messa in contatto con gli Enti locali; molti sono infatti i temi che andranno affrontati a livello delle istituzioni: dal reperimento dei proprietari dei ruderi, all'impostazione di strumenti di inquadramento giuridico dell’utilizzo degli immobili (affitto, comodato,compravendita...), all'accesso ai finanziamenti. Anche da un punto di vista edilizio è necessario individuare gli strumenti urbanistici più adatti per le operazioni di recupero e di riadattamento alle nuove funzioni.

 

 

EVENTI PASSATI:

“BORGHI DIMENTICATI”

La serata è accompagnata da una mostra fotografica del gruppo fotografico del CAI di Mestre, da una lettura di brani dello scrittore Alessandro Fort, da una testimonianza di un abitante di uno dei borghi Umberto Bassan e dall'intervento dello Studio Gatto Tonin Architetti che si sta occupando del recupero dei borghi di Vallier e Albe.

 

ASOLO, 29 novembre 2019 ore 20.45

Sala della Ragione

 

CONFERENZA CON PROIEZIONE “BORGHI DIMENTICATI”

Gruppo Fotografico del C.A.I. Mestre

SCORZE'

associazione@vallierealbe.it